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BENIAMINO GIGLI su "Lo Staffile" (1923) |
Giornale di Teatri Lettere e Arti - Lo Staffile N. 4 - Beniamino Gigli - 16 marzo 1923
BENIAMINO GIGLI: ecco un nome che è sempre pronunziato con la reverenza e la stima con cui si pronunzia quello dei grandi. Il nome suo onora, e non da oggi, l'arte teatrale italiana. Disgraziatamente l'America ha sottratto Beniamino Gigli alla nostra ammirazione ed al nostro affetto, e chi sa mai quando ci sarà concesso di riudirlo in Italia, di dove mosse i suoi primi passi verso la più radiosa mèta.
Dopo un anno di carriera, Beniamino Gigli si presentò al San Carlo di Napoli nel "Mefistofele", e ricordiamo che un nostro collega scrisse, dopo che lo ebbe udito, che egli prese in quel teatro trionfalmente il brevetto della celebrità e che egli era "il tenore vero, il tenore, purtroppo, delle Americhe di domani". E il nostro collega mostrò davvero di possedere il dono di Cassandra.
Beniamino Gigli è nato a Recanati, dove ebbe pure i natali un Leopardi, ed ha studiato a Roma, al Liceo di Santa Cecilia nel quale ha avuto per maestro Enrico Rosati. Il suo debutto si avverò a Rovigo nella "Gioconda", e da Rovigo passò subito a Milano, alla Scala, dove si produsse nel "Mefistofele", sotto la direzione di Toscanini. Un bel salto indubbiamente e che subito lo pose in bella, in bellissima evidenza nel mondo teatrale! Dopo il successo splendido nel più grande teatro del mondo — poichè tale è senza dubbio la Scala di Milano — le scritture gli piovvero da ogni parte, e non ebbe quindi che l'imbarazzo della scelta. Avemmo noi pure a Firenze la immensa fortuna di ammirare il suo caldo accento, la deliziosa sua voce, l'arte sua fascinatrice e il suo spiccato talento, fortuna che forse non ci toccherà più. Beniamino Gigli ha preso oramai stabile dimora a Nuova York, e il pubblico del Metropolitan pare che non possa fare più a meno di lui.
Nella corrente stagione ha cantato, infaticabilmente cantato in quella città dell'America del Nord, oltre che nel suo maggior teatro, in numerosi concerti sollevando un fanatismo che invano sarebbe potere efficacemente descrivere. Ed ha cantato in molte opere, fra le quali ricordiamo la "Traviata", il "Mefistofele", la "Loreley", la pucciniana "Manon", la "Madama Butterfly" e l' "Andrea Chénier" nella parte del protagonista del quale ci piace oggi presentare il suo ritratto ai nostri lettori. Quest'ultima opera egli l'ha eseguita a beneficio dell'Ospedale italiano di Nuova York.
Il direttore del Metropolitan di Nuova York, Gatti-Casazza, intravedento che Beniamino Gigli sarebbe stato un ideale Romeo dell'opera "Giulietta e Romeo" di Gounod, la mise in scena in quel teatro, ed è stato scritto che egli ha aggiunto all'infinita serie dei suoi successi un altro, e grandissimo, che rimarrà memorabile nella sua oramai celebre carriera artistica.
- Lo STAFFILE -
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